Il temperamento del mio Pianoforte
Il mio piano ha una caviglia molto debole, che dopo qualche settimana cede.
Il risultato è che, nonostante il piano sia accordato in modo soddisfacente per i miei studi e le mie capacità tecniche, mi ritrovo in breve tempo il MI 2 con l'unisono scordato, e nel timore di sentirlo suonare, devo trasporre molti brani in tonalità che non comprendono il MI, se non addirittura metterli nel dimenticatoio. Se il trasporre è stato anche un utile esercizio, alla lunga è risultato frustrante e adesso inizia ad essere troppo limitante.

E' da un bel po' di tempo che penso di darci un taglio e di risolvere questo problema, e considerare il mantenimento dell'accordatura come una attività di ordinaria manutenzione del proprio caro strumento. Non ho la presunzione di volere accordare un intero pianoforte, ma -perché no?- essere capace di apportare piccoli interventi su singoli unisoni, tentando di mantenere l'intenzione originaria di Alfredo, vero accordatore.

Prima esperienza pratica sul mio strumento

Gennaio 2015
Riuscire a mettere a posto questo imbarazzante MI2 (due corde, 26 e 27) senza fare danni è diventato un obiettivo irrinunciabile ed anche piuttosto urgente. Verifico le due corde con Dirks singolarmente, e risulta che la destra è sensibilmente giù, mentre la sinistra è abbastanza intonata.

Prendo coraggio, incastro bene la chiave nella caviglia ed inizio calante pochissimo, quanto basta per sentire un minimo cambiamento, dato che siamo già sotto di brutto e solo per seguire il protocollo. Poi a crescere, lentamente, senza mollare la chiave, mantenendo un punto di appoggio del braccio che manovra la chiave, continuando a suonare il tasto con l'altra mano -operazione da equilibrista- e leggendo contemporaneamente l'accordatore, arrivando poco sopra dopo avere sentito il "tac" del movimento della caviglia, non raggiungendo il punto di accordatura sia per non esagerare la prima volta che per la consapevolezza di operare su una caviglia fragile.
Poi calando leggermente, poi di nuovo in crescendo fino a credo un battimento/sec sopra il punto di accordatura, poi calando, crescendo, per finire in calando, come da protocollo. Nell'ultimo calando, per l'accordatura fine, ho usato un leggero movimento di scuotimento.
Una leggera accordatura della corda sinistra all'unisono, con l'aiuto dell'accordatore, e come di incanto il problema del MI 2 è risolto. Non sarà un buon MI2 -la mia attuale sensibilità non arriva a poter dare un giudizio attendibile- ma almeno adesso è suonabile!

Alla fine non posso dire di saper accordare all'unisono: non è semplice contare i battimenti al secondo, nè tantomeno di riconoscerli -più tento di ascoltare armonici e battimenti, più ne sento altri nuovi e capisco che ho ancora strada da fare. Il MI 2 è un basso a due corde, che ha caratteristiche ben diverse da una nota acuta su tre corde, ma per un semplice collaudo dei movimenti e dell'orecchio è stato più che sufficiente. Per fortuna non ho per adesso alcuna intenzione di accordare il mio piano sulla base del Dirks, perchè al livello in cui sono, per bene che possa andare (improbabile), di sicuro scombinerei l'impostazione delle caviglie raggiunta pazientemente da Alfredo in oltre 10 anni per ottenere al massimo un effetto comunque discutibile.

Analisi del Temperamento del mio Pianoforte

Febbraio 2015
Dopo aver messo a posto il MI2 ho registrato sul Dirks tutte le corde, trovando qualche difficoltà con le note molto basse e con gli ultimi 3 tasti, di per sé assai critici probabilmente anche a causa di una fastidiosa risonanza della struttura. Ho trovato anche una o due corde false, che generano da sole battimenti. Su difetti strutturali e corde false ci metto però una pietra sopra. L'importante è che Dirks, anche sotto queste condizioni, sia riuscito a calcolare il temperamento ottimale. Ho riportato i dettagli su un foglio di calcolo, in particolare il calcolo delle differenze (in cent) tra il temperamento attuale e il temperamento ottimizzato indicato dall'accordatore software, che in questo momento è il mio unico punto di riferimento.

Dall'analisi dei valori medi delle frequenze dei singoli cori risulta un marcato calante (tra -20 e -50 cent) sulle corde basse ed un lieve crescente (fino a un massimo di 20 cent) sugli alti. Escludendo la prima e l'ultima ottava, che sono piuttosto critiche, si può avere un dato più pulito ed un utile dettaglio, come mostra il seguente grafico:

Ottimizzazione con Dirk's
Ho confrontato il temperamento ottimizzato con l'equabile matematico, per capire dove e quanto il primo differisce dal secondo. Orientativamente, riscontro la forma ad "s allungata", credo che il motivo della forma poco lineare sui bassi sia dovuta a problemi strutturali, di corde o quantomeno di problemi nella acquisizione delle frequenze; comunque in teoria la forma irregolare dovrebbe esprimere generali problemi di inarmonicità.
Ottimizzazione con TuneLab Pro
Questo è invece l'equabile stirato calcolato da TuneLab Pro (bassi 6:3 singola ottava, alti 4:1 doppia ottava). Differisce sostanzialmente dalla ottimizzazione di Dirks. Si possono notare i punti di maggiore inarmonicità nel passaggio tra corda singola e corde doppie, e da corde rivestite a corde piane. Si nota anche un minore stretch sui bassi mentre sugli acuti lo stretch sembra più accentuato.

Prima di fare una revisione completa del temperamento del mio pianoforte, ammesso che qualche giorno la farò, rifarò la registrazione per l'inarmonicità in un ambiente più silenzioso e posizionando il microfono in modo ottimale (più vicino alle corde da acquisire, su un cuscino, ecc.).

Infine ho calcolato le differenze in cent di ogni unisono, così da individuare gli unisoni più scordati, ma anche per allenare l'orecchio ai battimenti, visto che ora so quanti battimenti al secondo mi devo attendere da ogni unisono con l'attuale temperamento.
Nota: Nel grafico non è inclusa la prima ottava, ad un unico coro.
Nel grafico a lato sono riportati il minimo ed il massimo valore di scostamento, utile per identificare i cori molto scordati.


Il risultato dell'analisi

Il temperamento del mio pianoforte è -a meno di qualche unisono da aggiustare- certamente positivo, e soddisfa le mie orecchie anche dopo oltre un anno dall'ultima accordatura. La parte centrale è abbastanza ben messa, ma agli estremi c'è qualche corda troppo calante che andrebbe tirata e qualche unisono che potrebbe essere ritoccato. L'intenzione è di trovare gli unisoni prendendo a riferimento la corda a frequenza più alta, così da mantenere la coerenza con il temperamento attuale.

Immagino questi passi: riacquisire le corde per il calcolo dell'inarmonicità con TuneLab (che credo sia ormai il mio tuning-software preferito) e calcolare il temperamento ottimale; poi rielaboro i risultati e decido dove e come intervenire.

Quando (e se) Alfredo verrà a farmi visita, potrò discutere con lui il da farsi. O discuteremo a distanza con Skype o cose simili. In ogni caso io non ho fretta, e dopo aver messo a posto il MI2 e qualche altro unisono, per adesso mi è sufficiente il semplice ragionamento.